«La mia vittoria sarà vederti infrangere a poco a poco tutte le tue regole; vederti perdere ogni tua piccola certezza.»

Quando Paola Greco, ragazza torinese in carriera con un passato da musicista di spicco, viene avvicinata da una figura misteriosa all’aeroporto di Madrid, niente sembra particolarmente anomalo. Niente lascia presagire l’inizio del declino: la “gentile offerta del volo” si trasforma rapidamente nell’esperienza più drammatica e terrificante in cui una mente sana sia mai stata coinvolta. In un presente alternativo, in un luogo sconosciuto a pochi passi da Monaco di Baviera, il personaggio più pericoloso sulla faccia della terra – così come lo era stato suo nonno – sarà disposto a qualsiasi cosa pur di assoggettare la protagonista alla sua malefica volontà.

‘Tertium non Datur’ è probabilmente uno dei romanzi più violenti che abbia mai letto – non necessariamente nel senso classico. Ciò che lo rende tremendo è la facilità con cui esso scardina qualsiasi tipo di certezza, cominciando con la protagonista, fino ad arrivare al lettore stesso. Un abuso psicologico reiterato e prolungato ci mette davanti a domande a cui, in altre situazioni, sarebbe banale trovare una risposta. Chi è il vero nemico? Perché tutte le mie certezze si sgretolano come sabbia al vento? Perché ciò che mi fa male, mi affascina allo stesso modo? Queste e altre domande diventano costanti, in una ucronia sotto tantissimi punti di vista fin troppo simile al presente in cui noi lettori ci troviamo a vivere. A corredo di tutto, i personaggi: estremamente variegati e ricchi di mistero. Arthur, l’artefice del mondo in cui Paola si trova immersa, diventa l’antagonista più temibile che abbia mai incontrato in un romanzo, non solo per il fatto di essere ciò che lui è (lo scoprirete solo leggendo il libro), ma per la sua incredibile capacità retorica, che, mista alla sua acuta intelligenza, riesce ad effettuare un lavaggio del cervello completo sulla protagonista sotto molteplici punti di vista. L’influsso di Arthur, unito a quello del suo aguzzino Thorst, non le dà tregua nemmeno in sogno: in alcuni dei capitoli si sviscerano incubi tremendamente reali, che mozzano il respiro. Altri personaggi, come Kurt, sono emblematici: anche i più genuini gesti di generosità diventano frutto di incertezza e domande, e a lungo termine causeranno rotture incredibilmente pesanti.

Quello di Paola è un libro incredibilmente fitto, intenso, pieno di simbologie nascoste che aspettano di essere svelate. Momenti piacevoli si alternano a ore di puro terrore. Un libro per tutti e per nessuno. E questo è solo il primo volume: il bello deve ancora venire…

Sono incredibilmente grato all’autrice Paola per aver reso concreto questo magnifico delirio, e per aver riposto fiducia in me per la sua resa grafica, che ha superato tutte le aspettative. Fatevi un favore e acquistate questo libro: ci troviamo davanti a un’opera la cui qualità fa sbiancare romanzi equivalenti ma molto più blasonati.

«Ho la decisa sensazione che corromperti sarà una delle più piacevoli conquiste della mia vita. E avverrà, presto o tardi avverrà, stanne certa.»