“Di tutti gli orrori della distruzione, solamente l’aureo bagliore vedevo delle Scogliere di Marmo: così fiammeggiano lontani mondi meravigliosamente per chi ne contempli il precipitare attraverso l’infinito cielo.”

L’idilliaco paesaggio ai piedi delle Scogliere di Marmo, dove le persone conducono una vita contemplativa, governata dall’ordine e dallo studio della natura, viene minacciato dalle orde sanguinarie del Forestaro, rozze, crudeli e brutali, provenienti dalla foresta al di là delle Scogliere. ‘Sulle Scogliere di Marmo’ è un libro che porta i simbolismi all’estremo, fino a risultare, almeno superficialmente, in un delirio visionario. La distribuzione dei vari significati viene eseguita su vari livelli di profondità, e a ogni lettura si possono apprezzare sempre più segreti nascosti sotto le righe: è il romanzo che racconta dello scontro dell’ordine contro il disordine, della nobiltà ormai decaduta, e che termina in una vittoria fin troppo dolorosa. La figura del Forestaro viene interpretata da molti come un’allegoria di una delle figure più rilevanti del tempo in cui la storia è stata concepita (1939), ma Jünger la universalizza, rendendola allo stesso tempo contestuale sia al presente che al passato e, soprattutto, al futuro. Ogni lettore, a seconda del contesto storico in cui ha letto o leggerà questo racconto, riuscirà a dare una forma concreta a tutti i simboli che si nascondono in questo breve racconto. È forse qui la vera bravura di Jünger: una mente fuori dal tempo.

In altre circostanze, avrei concluso dicendo che questo è un racconto poetico, da leggere con estrema calma, ma sarebbe un consiglio fine a sé stesso: purtroppo questo libro appartiene a un insieme di altri ormai introvabili, e reperirne una copia diventa estremamente oneroso, sia nel costo che nel tempo speso per trovarne una. Che possa essere ristampato, insieme a molti altri: le riflessioni racchiuse in questi libri sono un tesoro prezioso che deve essere alla portata di chiunque.