“Eravate tutto lì, chiusi nelle pagine di un libro e all’improvviso venite fuori e vi mettete a parlare. E a forza di stare con voi mi sembra di esserci finita anch’io, in quel libro.”

📖 ‘N.P.’ è la raccolta incompiuta di Sarao Takase, scrittore giapponse vissuto a lungo in America, morto suicida durante la stesura del libro, poi pubblicato con solo 97 dei 100 racconti previsti. La storia di questo manoscritto “maledetto” diventa più cupa quando si scopre l’esistenza di un novantottesimo racconto che porta al suicidio anche Shoji, il traduttore incaricato di trascrivere il racconto per l’edizione giapponese. La vicenda viene raccontata attraverso gli occhi di Kazami, una giovane giapponese che si trova sempre più coinvolta nella storia del racconto maledetto, possedendone l’eredità di Shoji, suo amante. Paradossalmente, il libro non diventa interessante tanto per la trama “thriller” che la vicenda assume, ma per il contrasto tra la solidità dei legami interpersonali che si creano tra i personaggi e la loro stessa fragilità, che capovolge il corso degli eventi più volte. Numerosi colpi di scena si portano avanti in una narrazione molto leggera e poco impegnativa, che a tratti potrebbe anche risultare “troppo semplice”: rientra negli schemi del racconto quotidiano che troviamo spesso nella letteratura giapponese moderna. Un libro piacevole, senza troppe aspettative.