"‘Tutti sono capaci di vivere arbitrariamente’, suona un detto famoso; sarebbe più giusto dire che nessuno può vivere arbitrariamente."

In ‘Ludi Africani’ si viene a conoscenza della testimonianza di Herbert Berger, pseudonimo di un diciottenne Ernst Jünger, che decide di fuggire da una piatta quotidianità per arruolarsi nella Legione Straniera sulle coste africane, per potersi dare alla vita avventurosa in terre misteriose e da scoprire. Per chi ha letto solo le opere più classiche di Jünger, questo libro rappresenta una vera novità: qui non si è alle prese con il personaggio estremamente razionale a cui siamo abituati (nonostante questo racconto sia romanzato – così come il protagonista, – esso si basa sulle esperienze vere dell’autore), ma siamo davanti a una sua versione molto più ingenua, sognatrice e “imprudente”: convinto di riuscire a vedere con i propri occhi lande sconfinate, individui tribali e novità da un mondo nuovo, egli si scontra con una dura realtà, fatta di rigore, delusioni e una monotonia che sfocia nella disillusione e che lo porterà con i piedi per terra, convincendolo infine di essere impossibilitato a vivere arbitrariamente. L’ingenuità del giovane Jünger fa però tenerezza, e regala diversi sorrisi con i numerosi aneddoti raccontati tra le pagine di questo libro: solo con una buona dose di fortuna, egli riesce a cavarsela dalle situazioni più drammatiche: capirete, leggendo questo romanzo, perché i carciofi a Jünger fanno uno strano effetto, o verrete a conoscenza di come un giorno gli hanno rubato le mutande. Scherzi a parte, il racconto, fresco e piacevole, è un ottima dimostrazione della ricerca di sé stessi e dell’avventura: solo sbattendo in faccia alla realtà, l’autore riuscirà a scoprire definitivamente l’una oppure l’altra.