“Ecco perché in tanti preferiscono scrivere a noi anche se hanno già qualcuno accanto. Vogliono avere la certezza che lanciando un sassolino in questo oceano così vasto potranno vedere comunque i cerchi nell’acqua. Vogliono sapere che dall’altra parte c’è qualcuno, anche se si tratta di qualcuno che non potranno mai vedere.”

Guriko e Donko, due sorelle rimaste orfane dei genitori, gestiscono per passione il sito di posta del cuore ‘Le Sorelle Donguri’. La popolarità del sito fa sì che le due ragazze ricevano quotidianamente decine di messaggi, che permettono loro di empatizzare con persone dalle preoccupazioni e problemi più svariati. Quando un giorno, però, una donna scrive al sito piangendo la solitudine dovuta alla morte del marito, Guriko ha un presentimento, che la porta a scavare nel profondo del suo passato. È in questo modo che numerosi fili rossi s’intrecciano, e vite di persone completamente scollegate, inconsapevolmente, si uniscono, cominciando a percorrere una nuova, stessa direzione: un nuovo inizio.

Il breve racconto delle Sorelle Donguri ricalca tutti i tratti che rendono caratteristici gli scritti della Yoshimoto: lo stile è semplice e la storia è leggera, nonostante le tematiche trattate siano complesse e delicate. Il tema principale è quello della perdita: le stesse Donko e Guriko la sperimentano sotto diversi punti di vista; prima i genitori, poi i parenti più cari, le amicizie e gli amori. Nonostante le disavventure, però, le due riescono sempre a rialzarsi, resistenti a oltranza a tutte le difficoltà. È grazie all’accettazione — altro tema ricorrente — di ciò che hanno passato che l’idea delle Sorelle Donguri prende vita: è grazie alla loro positività e alla loro naturale empatia se riescono a portare serenità a un’anima in particolare che interagisce con loro attraverso la posta, legata a doppio filo con Guriko.

Come sempre, Yoshimoto riesce a intrattenere il lettore trattando allo stesso tempo temi molto delicati con la sua solita leggerezza. Nonostante ciò, ho sentito questo racconto più sottotono rispetto ad altri suoi libri, probabilmente a causa della prevedibilità dell’evoluzione di Guriko, la voce narrante, come se il suo percorso fosse già stato stabilito. In libri come questi, invece, dove la complessità della trama dovrebbe lasciar spazio alla complessità dei personaggi, ci si aspetterebbe una evoluzione più imprevedibile che lascia spazio alla speculazione da parte del lettore — la cosa che preferisco di più quando affronto un libro. Il libro resta piacevole e scorrevole; lo si gode maggiormente se non lo si legge come prima opera dell’autrice.