“Così accadde a me quando compresi che quella non era una nuova specie zoologica, ma un meccanismo. Zapparoni, quell’uomo diabolico, aveva ancora una volta invaso il campo della natura, o piuttosto ne aveva corretto le imperfezioni”

📖 ‘Le Api di Vetro’ ci porta in un futuro distopico, nel secolo ventesimoprimo, dove sono sempre più diffusi nella vita quotidiana gli automi di Zapparoni, un potente e visionario imprenditore che si è posto l’obiettivo di perfezionare l’opera di madre natura. Jünger racconta, attraverso le parole del maggiore Richard, i pensieri della mente di un uomo che si trova al centro di un processo di separazione tra l’età della pietra – quella della cultura, – e il presente incerto, dove il perfezionamento dello spirito non è conciliabile con quello della tecnica. Egli, cresciuto secondo gli insegnamenti di Monteron, di vecchia scuola, riesce a distinguere il complesso sistema di cui è soltanto una pedina, e a realizzare le motivazioni più intime di un uomo che “incarna lo spirito del tempo”, un tempo dove la guerra non è più guerra e la pace non è più pace.

L’opera è molto scorrevole e incarna molti dei principi del romanzo distopico (ad esempio la “naturalezza” con cui si parla di un presente completamente sconosciuto a chi legge, come se fosse sempre esistito), prendendo allo stesso tempo una piega filosofica dove il complesso sistema nella mente di un uomo che si sostituisce al Creatore viene analizzato e sezionato, fino a comprendervene quasi tutte le scelte.

Bonus: il capitolo finale vale da solo tutto l’acquisto del libro. Per tutti gli appassionati del romanzo distopico.