“Quando il mondo va in pezzi, si creano fenditure attraverso cui si rivelano i segreti dell’architettura che di solito ci sono occulti.”

Immagini vivide, che si alternano tra il mondo reale e quello del sogno, spaccati di vita e riflessioni analitiche di una profondità tanto impensabile quanto accessibile a tutti: questo è ‘Il cuore avventuroso’ di Ernst Jünger, una raccolta di scritti e pensieri pubblicata nel primo dopoguerra. Ciò che rende incredibile questo libro, che per gli amanti di Jünger rappresenterà una vera perla, è lo spirito di osservazione dell’autore, che ispira riflessioni su numerosi e svariati temi. Nei suoi pensieri si uniscono le figure del soldato delle Tempeste, dell’entomologo, del viaggiatore e del contemplatore. Fanno capolino, tra gli scritti, anche alcune delle leggendarie figure degli scritti più belli di Jünger, come il Forestaro e Nigromontanus: gli approfondimenti a loro dedicati arricchiscono il bagaglio culturale che le opere maggiori, come le Scogliere o Heliopolis, ci lasciano nella memoria.

Ciò che più mi ha stupito, però, è stata la grande concentrazione di scritti a tema onirico: in essi, Jünger si destreggia con naturalezza con visioni fantastiche, a tratti cupe e spaventose: le nere immagini riflettono fioche luci rosse al buio, mentre gli occhi del lettore si abituano pian piano ad osservare una realtà che, altrimenti, non sarebbe mai riuscito a vedere. Nella parte finale viene analizzato il sogno con occhio analitico, e si dà una spiegazione al perché le immagini oniriche sono tanto sfuggevoli alla nostra memoria.

Jünger racconta e spiega, attraverso la sua sensibilità, che si sostituisce a una lente d’ingrandimento, una grande varietà di fenomeni interni ed esterni, della realtà, dell’uomo in sé, della natura e dello spirito del tempo. Jünger diventa quindi l’osservatore che possiede le chiavi di lettura per comprendere appieno le motivazioni di tutto ciò che lo circonda: egli incarna appieno lo spirito del tempo.