“Io, Anchise e Ascanio eravamo il passato, il presente e il futuro. Creusa era l’amore. […] Eppure, un amore che, per quanto forte, non avrebbe potuto avere spazio nella mia vita. Gli dèi avevano deciso in quel modo.”

‘De Viris et Mulieribus Consecratis Ilium’ è una rivisitazione degli eventi che hanno visto come protagonisti eroi come Ettore, Achille, Enea e Ascanio nelle originali Iliade ed Eneide di Omero e Virgilio. Il rapporto tra Enea ed Euridice viene raccontato dall’inizio alla fine, enfatizzando all’estremo un amore che, nonostante tutte le difficoltà, la morte e il fluire del tempo hanno lasciato inalterato. La mole del racconto incentiva la presenza di tantissimi personaggi appartenenti alla mitologia classica, alcuni più rilevanti, altri meno. Due dei figli di Priamo, Ettore e Creusa, protagonisti indiscussi della parte di storia ambientata durante la guerra di Troia, dimostrano entrambi coraggio estremo in più situazioni: il primo è il più valoroso in battaglia, in grado di tenere incerte, per anni, le sorti di una guerra ormai persa, mentre la seconda è in grado di ribellarsi alla mentalità di padre e fratello, quando le loro opinioni non le stavano a genio. Inutile dire che, quando è giunto l’ultimo momento per Ettore (non è uno spoiler se si conosce grosso modo la storia della guerra di Troia) ci sono rimasto davvero male. La seconda parte della storia, quella ambientata tra Cartagine e Italia, si concentra sul difficile rapporto con la morte di un padre e di un figlio che hanno perso, per volere degli dèi, una madre. Il finale, che devia dal tradizionale corso degli eventi, dimostra come il vero amore trascenda vita, morte e tempo: è così che due anime fatte per stare insieme si elevano all’eternità della memoria.

Questa storia si rivela una sorta di riflettore puntato sulla figura di Creusa, che riesce finalmente a risplendere di una luce propria. Mi sarei aspettato, forse, qualcosa in più dal protagonista maschile, Enea, l’elefante nella stanza. La sua caratterizzazione lo rende umano più che divino, pieno di dolore, dubbi e sofferenze, ma le lacrime che ha versato, per i miei gusti personali, sono veramente tante rispetto alle azioni decisive che vengono sviscerate dai ricordi della voce narrante. Mi sarebbe piaciuto vedere più scene d’azione con lui come protagonista, dove il suo valore viene anche mostrato e non solo raccontato.

Una lettura adatta anche a chi non ha mai letto le opere originali della mitologia greca: è infatti in grado di fornire una grande panoramica sugli eventi principali, donando una luce nuova ai protagonisti della guerra di Troia.