“Quando siamo fermi sul trampolino o sulla piattaforma, siamo soltanto noi che ci misuriamo con noi stessi.”

Fiamma è al suo esordio olimpico quando, al momento del suo tuffo, rischia un brutto infortunio che la costringe fuori dai giochi. A cominciare da questo imprevisto, il trascorrere della sua olimpiade diventa tutt’altro che scontato, tra l’emozione delle gare, le profonde amicizie, i complotti e gli amori inaspettati.

Quello di Vanessa è un romanzo che, agli appassionati di sport, risulterà davvero familiare. Chi tra noi non ha mai passato interi pomeriggi e sere a seguire le gare olimpiche, tifando per i propri connazionali e restando a bocca aperta per tutte le imprese che hanno consacrato gli atleti alla Storia, o a esaltarsi per le avvincenti telecronache degli inviati sportivi? L’effetto che si prova leggendo questo racconto è esattamente quello, filtrato dal punto di vista di Fiamma e da tutti i suoi compagni di nazionale: sembra di essere lì, a vedere ogni movimento degli atleti al rallentatore, anche grazie alle descrizioni tecniche dettagliate ed esperte dell’autrice. Tutte le vicende che accompagnano lo svolgersi delle gare arricchiscono la trama di mille sfaccettature, e permettono di entrare nella testa di ciascuno dei protagonisti, ognuno preso dai propri dilemmi e difficoltà. C’è chi si fa odiare e chi si vuole tremendamente bene (e perché proprio Émilien e Jean?!), ma ciascuno, nel bene o nel male, rende incredibilmente intensa l’esperienza olimpica al di fuori delle piscine. Non manca un cliffhanger grosso e completamente inaspettato, che lascia presagire parecchio dramma nel capitolo successivo.

L’atmosfera olimpica impregna tutto il romanzo, dall’inizio alla fine, e gioire per i successi degli atleti, soprattutto se si ha una qualsiasi esperienza sportiva agonistica (e questo è stato proprio il mio caso), fa davvero bene al cuore. Sembra di essere lì, al posto degli atleti, a giocarsi quel podio che ripagherà tutti i sacrifici e l’abnegazione profusi nello sport.