“E quando, negli anni a venire, guarderete nello scuro del cielo prima di un temporale, quando le grole si alzano in cerchio, non vedrete solo il profilo tragico di questa montagna, ma una foresta di sterpi e arbusti dove sotto ogni pietra c’è una goccia di sangue, un eterno, una vita, un istante.”

✞ Undici bare si trovano nella basilica di Aquileia, il 28 ottobre del 1921. Maria Bergamas, designata come madre simbolica del Milite Ignoto, deve sceglierne una per far sì che venga tumulata a Roma, all’Altare della Patria, come simbolo di tutti i caduti nella Grande Guerra. ‘Ballata senza nome’ racconta il viaggio di ognuna di quelle povere anime strappate alla vita, che hanno avuto l’ultima possibilità di raccontare – quasi confessare – la loro storia a Maria Bergamas, che solo con la mente e con il cuore era in grado di sentire la loro voce. Ciò che rende particolare questo libro è che racconta undici storie e una sola allo stesso tempo: nonostante la differente esperienza di vita di ciascuna delle voci narranti, tutte sono accomunate dallo stesso sottotesto: esistenze piene di sogni e speranze, destinate ad abbandonare la vita con la lucidità e la consapevolezza di chi ha già compiuto il primo passo all’interno del regno dei morti. La narrazione si protrae con un tono evocativo e poetico, e scorre come se le voci dei morti fossero le parole di una canzone, e la musica le pagine del libro. L’esperienza visiva arricchisce ancora di più il tutto: ogni capitolo porta un epitaffio e il nome di uno dei tanti caduti, sul Monte Ortigara o sul Monte Calvario, restituendo la dignità a ciascuna delle decine di migliaia di vittime sepolte senza un nome.

“Senza più voglia di battaglie, andremo via Senza premi, nè medaglie, andremo via Con un tuono senza voce andremo via Senza un nome sulla croce andremo via.”

Un libro stupendo, estremamente consigliato. Siate pronti per le lacrime.