“Gli esseri umani, a volte, sono destinati, per il solo fatto di esistere, a fare del male a qualcuno.”

⚠️ Potrebbero esserci spoiler.

🕒 Quanto deve essere profondo un legame che, a distanza di decenni, riesce a mettere in crisi tutte le scelte che ti hanno portato ad essere ciò che sei? Questa è la domanda alla quale Murakami cerca di rispondere attraverso la vita di Hajime, figlio unico di una famiglia del dopoguerra giapponese, che viene raccontata era dopo era, scelta dopo scelta e amore dopo amore. Il percorso di maturazione del protagonista passa dalla raffinata delicatezza dell’infanzia alla maturità dell’età adulta, passando per momenti di pura noncuranza che metteranno gelido silenzio nella vita dei protagonisti. Il racconto è tremendamente scorrevole, e la sua lettura ci trasporta in un jazz bar di Aoyama dove il tempo resta solo un concetto, e i sentimenti acquisiscono intensità eterna. La figura di Shimamoto, tanto regolare nella giovinezza quanto misteriosa nell’età adulta, diventa l’allegoria del legame indissolubile tra due persone del tutto simili, che resta saldo ed eterno nel ricordo nonostante la distanza, per poi ricongiungersi nella maniera più inaspettata.

📖 ‘A sud del confine, a ovest del sole’ è il racconto delle scelte e delle conseguenze che esse si portano appresso. Esso ci insegna cosa comporta cogliere l’attimo e cosa ci si aspetta una volta compiuto il passo dopo il quale non si può più tornare indietro.

Consigliatissimo a chi piace immergersi nella lettura di una storia che tiene letteralmente incollati alle pagine. Unica pecca: è troppo corto. Avrei preferito fosse lungo almeno una sessantina di pagine in più, in modo tale da permettere a Murakami di spiegare alcuni degli innumerevoli flussi narrativi ai quali non viene mai data una risposta definitiva. Sono curioso di sapere la vostra. 💿